Il Giacomo Nani è stato un sommergibile della Regia Marina. Fu la seconda unità a venire intitolata a Jacopo Nani (1725–1797) capitano e politico della Repubblica di Venezia; la prima fu un sommergibile della classe Barbarigo.
Giacomo Nani | |
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Descrizione generale | |
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Tipo | sommergibile |
Classe | Marcello |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | CRDA - Monfalcone |
Impostazione | 15 gennaio 1936 |
Varo | 16 gennaio 1938 |
Entrata in servizio | 5 settembre 1938 |
Destino finale | scomparso nel gennaio 1941 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 1313 t |
Dislocamento in emersione | 1060 t |
Lunghezza | 73 m |
Larghezza | 7,2 m |
Altezza | 4,7 m |
Propulsione | 2 motori principali Diesel da 3000 HP 2 motori secondari Diesel da 1100 HP |
Velocità in immersione | 8 nodi |
Velocità in emersione | 17,4 nodi |
Autonomia | in superficie 7500 miglia a 9,4nodi in immersione 120 miglia a 3nodi |
Equipaggio | 7 ufficiali 50 sottufficiali e comuni |
Armamento | |
Artiglieria | alla costruzione:
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Siluri |
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informazioni prese da[1] | |
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Fu destinato al II Gruppo Sommergibili di Napoli per il quale fu impiegato per l'addestramento dal 1938 al 1940[2].
Con l'entrata in guerra dell'Italia svolse tre infruttuose missioni offensive in Mediterraneo, navigando per 3796 miglia in superficie e 927 in immersione[2]. Durante una di queste missioni, il 23 luglio 1940, lanciò due siluri contro un cacciatorpediniere in navigazione al largo del Marocco, ma le armi, difettose, non colpirono[2].
Se ne dispose poi l'invio in Atlantico. Il 29 settembre 1940 lasciò Napoli al comando del capitano di corvetta Gioacchino Polizzi e il 4 ottobre passò lo stretto di Gibilterra; durante l'attraversamento sprofondò sino a 140 metri a causa delle correnti[2].
Il 5 ottobre[2] lanciò quattro siluri contro il peschereccio armato HMS Kingston Sapphire (356 tsl), che, colpito da una delle armi, affondò[3] a circa cinquanta miglia da Capo Spartel[2]. In seguito si spostò nei pressi di Madera senza incontrare nessuna unità e intrapresa poi la rotta di rientro[2].
Il 23 ottobre intimò il fermo al piroscafo greco Sulliotis che – dopo un'ispezione – dovette lasciare andare perché neutrale; il 27 ottobre fermò il piroscafo svedese Maggie (1583 tsl), ispezionò anche questa nave e, avendo trovato che trasportava carbone destinato al Regno Unito, lo affondò a colpi di cannone, trainandone poi le scialuppe per circa 12 ore sino a portarle a 25 miglia dall'isola San Miguel[3]. Il 4 novembre il sommergibile attraccò a Bordeaux, sede della base italiana di Betasom[2][3].
Il 13 dicembre 1940 salpò da Bordeaux per la sua seconda missione, ma quattro giorni dopo un'onda ferì seriamente il comandante in seconda ed un artigliere, obbligando il Nani al rientro[2].
Nella notte del 17-18 dicembre, mentre era ormeggiato, subì un attacco da parte di aerei riuscendo però a distruggerne uno con le mitragliatrici[2].
Il 20 dicembre 1940 il Nani lasciò Betasom per portarsi nei pressi delle coste irlandesi, ma dopo il 3 gennaio 1941 non se ne ebbero più notizie[2].
Secondo gli inglesi il sommergibile sarebbe stato affondato con tutto l'equipaggio dalla corvetta HMS Anemone il 7 gennaio 1941, ma è da rilevare che l'azione di questa unità si svolse a 330 miglia dal settore d'agguato del Nani[4].
Con il sommergibile scomparvero il comandante, C.C. Gioacchino Polizzi, 6 altri ufficiali e 46 fra sottufficiali e marinai[5].
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